Fonte: Tang WH et al. Circulation. 2017; 135(11): 1008-1010.
Tang WH et al.
Circulation
Il tratto gastrointestinale umano è prevalentemente un ecosistema batterico (microbioma) che ospita oltre 100 trilioni di cellule microbiche, con la più alta densità di microbi trovata nel colon. I microbi intestinali sono per lo più co-dipendenti, sia l’uno dall’altro sia dal loro ospite, avvalendosi del supporto metabolico da parte di altri membri della comunità per la sopravvivenza e della relazione simbiotica con l’ospite.
Ad esempio, i microbi intestinali aiutano la digestione dei nutrienti, prevengono la colonizzazione massiva dei patogeni e promuovono l’immunità intestinale, mentre l’ospite fornisce un ambiente favorevole alla sopravvivenza microbica.

Alterazioni del microbioma intestinale (la cosiddetta disbiosi), che portano ad una maggiore suscettibilità a lungo termine ad alcune malattie, possono originarsi precocemente nella vita, in modo simile ai tradizionali fattori di rischio.
Vi è una crescente consapevolezza che i microbi che convivono all’interno dell’ospite contribuiscono spesso al metabolismo globale dell’ospite, e la disbiosi può alimentare una maggiore suscettibilità a malattie metaboliche e immunologiche, che emergono a volte decenni più tardi. Infatti, alterazioni nella composizione del microbioma umano e cambiamenti funzionali associati al metabolismo sono stati implicati nella patogenesi di diverse condizioni croniche che vanno dall’aterosclerosi, alla trombosi, all’obesità e all’insulina-resistenza.