Fonte: Savarin A per Linkedin - 28 gennaio 2019
Savarin A
La conoscenza dei probiotici e il loro impiego nell’alimentazione umana risale al tempo degli antichi Egizi.
Oltre 2000 anni fa, la popolazione cinese ha iniziato a utilizzare la fermentazione come processo per la conservazione degli alimenti.
Col passare degli anni, la conoscenza dei diversi microrganismi è stata ampliata grazie agli studi di scienziati di fama mondiale: da Pasteur a Metchnikoff a Shirota a Goldin e Gorbach. Naturalmente, alcuni si sono rivelati dannosi per l’essere umano ma, allo stesso tempo, hanno consentito di sviluppare terapie per contrastarne gli effetti nocivi sulla salute. Al contrario, altri microrganismi hanno mostrato di avere notevoli benefici per l’uomo.

Grazie alle continue esplorazioni scientifiche nel campo della microbiologia, nel 2001 la WHO/FAO definisce il concetto di Probiotici: “Microrganismi vivi che, se somministrati in quantità adeguate, conferiscono benefici all’ospite”. Inoltre, stabilisce i criteri secondo i quali un ceppo specifico può essere definito probiotico.
Ecco che la supplementazione con probiotici si dimostra efficace nel contrastare alcuni dei più diffusi disturbi gastrointestinali (stipdi, diarrea), nel rinforzare le difese immunitarie, nel coadiuvare le terapie farmacologiche specifiche per alcune patologie ormai sempre più diffuse nel mondo occidentale.
Quindi, perché non iniziare ad assumere i probiotici?