L’asse intestino-cervello nella malattia di Parkinson: possibili terapie basate sull’alimentazione

Fonte: Perez-Pardo P et al. European Journal of Pharmacology 2017; 817; 86-95.

La malattia di Parkinson (MP) è generalmente caratterizzata da sintomi motori. Tuttavia, una serie di sintomi non motori precedono l’insorgere di quelli motori e sono i principali responsabili di una peggiore qualità di vita del paziente.
Ad oggi, nessun trattamento è in grado di modificare il decorso di malattia, sebbene molti farmaci, come la levodopa, siano in grado di ripristinare la neurotrasmissione dopaminergica, alleviando così i sintomi motori. Ciò nonostante, i sintomi non motori rimangono sottotrattati. Tra questi, uno dei più comuni è l’alterazione della funzionalità gastrointestinale, solitamente associata ad accumuli di alfa-sinucleina e a infiammazione di basso grado della mucosa enterica. Evidenze crescenti suggeriscono che il sistema nervoso enterico è coinvolto nella progressione patologica della MP volta alla compromissione del sistema nervoso centrale. Inoltre, diversi micr-elementi intestinali potrebbero avere un ruolo centrale sull’asse intestino-cervello, noto sistema di comunicazione bidirezionale tra il tratto gastrointestinale e il sistema nervoso centrale.

Gli alimenti potrebbero influenzare tale sistema, alterando la composizione del microbiota o influenzando il funzionamento neuronale sia del sistema nervoso enterico sia del sistema nervoso centrale. Rimandiamo a una revisione completa delle evidenze a sostegno dell’ipotesi che la MP possa avere origine nell’intestino, considerando anche il modo in cui le terapie basate sull’alimentazione potrebbero avere un impatto sulla patologia PD e/o migliorare i sintomi non motori e motori nella MP.