Fonte: Shen NT et al. Gastroenterology 2017; 152: 1889-1900
Shen NT et al.
Gastroenterology
Revisioni sistematiche hanno fornito prove dell’efficacia dei probiotici nella prevenzione dell’infezione da Clostridium difficile (CDI), ma le linee guida non ne raccomandano l’uso nella prevenzione della CDI. È stata eseguita una revisione sistematica aggiornata della letteratura pubblicata ai fini di contribuire a guidare la pratica clinica.
Sono stati analizzati i dati di 19 studi pubblicati, per un totale di 6261 soggetti.
è stato osservato che ‘incidenza di CDI nella coorte “probiotico”, 1,6% (54 su 3277), era inferiore a quella della coorte “controllo”, 3,9% (115 su 2984) (p <0,001).
Il rischio relativo raggruppato di CDI tra gli utilizzatori di probiotici era 0,42 (intervallo di confidenza al 95%, 0,30-0,57; I2=0,0%).
L’analisi di meta-regressione ha dimostrato che i probiotici erano significativamente più efficaci se somministrati il prima possibile dalla prima dose di antibiotici, con un decremento di efficacia per ciascun giorno di ritardo nell’inizio dei probiotici (p=0,04); i probiotici somministrati entro 2 giorni dall’inizio della terapia antibiotica hanno determinato una maggiore riduzione del rischio di CDI (rischio relativo: 0,32, intervallo di confidenza del 95%, 0,22-0,48; I2=0%) rispetto all’impiego ritardato (rischio relativo: 0,70; Intervallo di confidenza del 95%, 0,40-1,23; I2=0%) (p=0,02).
Non è stato osservato alcun aumento del rischio di eventi avversi tra i pazienti che avevano assunto probiotici. La qualità complessiva delle prove era alta.
In conclusione, da questa revisione sistematica con analisi di meta-regressione, sono emerse prove a sostegno del fatto che la somministrazione di probiotici il prima possibile dall’inizio della prima dose di antibiotico riduce il rischio di CDI di oltre il 50%, negli adulti ospedalizzati.
La ricerca futura dovrebbe concentrarsi su dose, specie e formulazione probiotica ottimale.
