Probiotici contro l’allergia alle vie aeree: fattori dell’ospite da considerare

Fonte: Spacova I et al. Dis Model Mech. 2018; 11(7). pii: dmm034314.

La prevalenza di malattie allergiche a livello mondiale è aumentata drasticamente negli ultimi decenni. Studi recenti sottolineano l’importanza dell’esposizione microbica per lo sviluppo di un sistema immunitario equilibrato. Di conseguenza, i batteri probiotici stanno emergendo come strategia sicura e naturale per la prevenzione e il trattamento delle allergie. Tuttavia, gli studi clinici interventistici sui probiotici hanno finora dato risultati contrastanti. Vi è una crescente consapevolezza dell’importanza dei fattori associati all’ospite che determinano se un individuo risponderà a uno specifico trattamento probiotico ed è quindi fondamentale promuovere determinati ceppi probiotici e il loro regime di somministrazione, fondandosi sulle evidenze anziché su basi empiriche.

La review di Spacova e Colleghi riassume le evidenze ottenute da studi su modelli animali di malattia allergica, che rivelano come i fattori legati all’ospite – ad esempio, il corredo genetico, il genere, l’età e lo stato microbiologico – possono influenzare i risultati di un trattamento preventivo o curativo con un probiotico. Verranno esplorati perché e come questi fattori possono determinare i risultati degli studi con probiotici e avere un impatto negativo sulla riproducibilità nelle sperimentazioni animali. Questi stessi fattori potrebbero condizionare profondamente i risultati degli studi clinici sull’uomo e potenzialmente spiegare i risultati contrastanti degli studi interventistici con probiotici. Vediamo quindi come questi fattori tipici dell’ospite si correlano ai risultati degli studi sui probiotici nell’uomo nel contesto delle allergie delle vie aeree.