Fonte: Hiel et al. Am J Clin Nutr 2019;109(6):1683-1695.
Hiel et al.
Am J Clin Nutr 2019
Una dieta ricca di vegetali contenenti un particolare tipo di fibra alimentare detta inulina si è dimostrata capace di modificare in modo positivo la composizione del microbiota intestinale e di migliorare diversi disturbi dell’apparato digerente.
I fruttani di tipo inulina (ITF) sono fibre alimentari fermentabili che possono avere effetti benefici sulla salute modificando il microbiota intestinale. Tuttavia, il loro effetto sulla sensibilità intestinale e sul comportamento alimentare sono ancora oggetto di dibattito. In questo studio si è cercato di fare luce sull’argomento, valutando l’impatto del consumo quotidiano di vegetali ricchi di ITF sul microbiota intestinale, sui sintomi gastrointestinali e sul comportamento alimentare di individui sani.
Lo studio è stato effettuato su un gruppo di 26 individui sani. I partecipanti sono stati istruiti a seguire per due settimane una dieta basata su vegetali ricchi di ITF (che forniva un apporto medio di 15 grammi di ITF al giorno). I soggetti sono stati valutati prima dell’inizio della dieta, al termine della stessa e dopo tre settimane dal ritorno all’alimentazione abituale. I parametri valutati sono stati l’assunzione di nutrienti, il comportamento alimentare, la composizione del microbiota fecale, la fermentazione microbica e i sintomi gastrointestinali.

I principali effetti dalla dieta ricca di ITF sono stati l’aumento della percentuale di batteri appartenenti al genere Bifidobacterium, la riduzione del livello di Clostridiales non classificati e la tendenza a una riduzione degli Oxalobacteraceae. Questi cambiamenti sono scomparsi a tre settimane dal termine della dieta sperimentale.
I partecipanti allo studio hanno mostrato una più elevata sazietà, un ridotto desiderio di mangiare cibi dolci, salati e grassi, e una tendenza verso un atteggiamento edonistico nei confronti di alcuni vegetali ricchi di inulina.
L’unica problematica riportata durante la dieta è stata la flatulenza, mentre i disturbi intestinali (associati inversamente con il Clostridium cluster IV e il Ruminococcus callidus) sono migliorati al termine dell’intervento nutrizionale.
Gli autori hanno concluso che un più elevato consumo di vegetali ricchi di ITF permette di aumentare in modo sostanziale l’apporto nutrizionale di fibre ben tollerate, che a sua volta può migliorare il comportamento alimentare. Inoltre, esso determina una benefica alterazione della composizione e del funzionamento del microbiota intestinale.