Sindrome dell’intestino irritabile: un approccio nutrizionale

Fonte: Algera J et al. Nutrients 2019;11(9).

Questo articolo riassume tutto quanto oggi sappiamo sui cibi che possono scatenare i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile, una malattia di cui si sa ancora troppo poco, ma che peggiora la qualità di vita di una persona su 10.

 

Sebbene la sindrome dell’intestino irritabile (IBS) sia nota da oltre 150 anni, essa rappresenta ancora una sfida per il mondo della medicina. Si tratta di una malattia caratterizzata da sintomi evidenti (dolore addominale associato con la defecazione e da stipsi o diarrea) senza un’evidente causa organica. I sintomi della IBS hanno un impatto rilevante su chi ne soffre, impediscono le normali attività quotidiane e peggiorando la qualità di vita. Inoltre, nonostante la IBS sia piuttosto comune (ne soffre una persona su 10), le sue cause non sono ancora state chiarite, anche se oggi si ritiene che siano molti i fattori che contribuiscono alla sua comparsa e al mantenimento dei sintomi che la caratterizzano.

Molti pazienti con IBS riferiscono che i loro sintomi sono associati all’alimentazione: alcuni specifici alimenti, infatti, sembrano generare una risposta esagerata dell’apparato gastrointestinale. Per questo motivo, le persone con IBS tendono a limitare o a escludere dalla loro dieta alcuni cibi. Questo, però, può portare a una dieta sbilanciata, con possibili conseguenze negative sulla salute. Tuttavia, spesso sono i medici stessi che prescrivono ai pazienti diete terapeutiche finalizzate a ridurre l’impatto dei sintomi della IBS. Diversi studi, infatti, hanno dimostrato che nei soggetti con IBS nutrienti come il lattosio, i FODMAP (Oligosaccaridi, Disaccaridi, Monosaccaridi Fermentabili e Polioli), il fruttosio, l’eccesso di carboidrati e il glutine possano scatenare la tipica sintomatologia associata alla sindrome. In questo articolo si ripercorrono le più attuali conoscenze sui nutrienti associati alla IBS e sulle possibili diete terapeutiche utilizzabili per migliorare i sintomi della malattia.