Fonte: Kohl MK et al. Diseases 2020, 8(3), 33.
Kohl MK
Diseases 2020
L’impiego di microrganismi probiotici ingegnerizzati, capaci di modulare il sistema immunitario e ridurre l’infiammazione neuronale, rappresenta una nuova strategia per affrontare la sclerosi multipla per tutte le persone che ne sono affette.
L’interesse del mondo della ricerca per il ruolo del microbiota intestinale come possibile bersaglio delle terapie per la sclerosi multipla è sempre più forte. Molti studi effettuati su animali da laboratorio, hanno mostrato che il microbiota è in grado di influenzare lo stato di salute del sistema nervoso, modulando l’azione del sistema immunitario e riducendo il livello di infiammazione. Questi effetti sono molto importanti in una malattia come la sclerosi multipla, nella quale si osserva un’anomala attività del sistema immunitario che provoca un’eccessiva infiammazione nel sistema nervoso centrale. Inoltre, è stato dimostrato che il microbioma delle persone con sclerosi multipla presenta una composizione differente rispetto a quella di soggetti sani. Tutte queste osservazioni hanno portato i ricercatori ad ipotizzare una modalità del tutto nuova di trattare la sclerosi multipla: l’utilizzo di probiotici geneticamente modificati, capaci di ridurre l’attivazione del sistema immunitario e proteggere i neuroni. Nell’articolo linkato qui di seguito si analizzano le prove a sostegno di questo nuovo approccio terapeutico per la sclerosi multipla.
