Il ruolo della disbiosi nel danno gastrointestinale causato dal virus SARS-CoV-2

Fonte: Mitsuyama et al. J Clin Med 2020;9(11):3630

Il virus all’origine della pandemia di COVID-19 sarebbe in grado di danneggiare l’apparato gastrointestinale attraverso diversi meccanismi patologici, ma la presenza di disbiosi sembrerebbe una costante nei pazienti affetti da questa malattia.

COVID-19 non danneggia solo i polmoni, ma è sempre più riconosciuto come una malattia multi-organo. Uno dei più importanti bersagli del virus SARS-CoV-2, è l’apparato gastrointestinale, dove i recettori ACE2, che permettono al virus di infettare le cellule umane, sono presenti in elevata concentrazione. A conferma di questo assunto ci sono numerose evidenze empiriche, come l’elevata incidenza di sintomi gastrointestinali osservata nei pazienti con COVID-19, il riscontro del virus SARS-CoV-2 nelle loro feci e la presenza di danno intestinale in forma di infiammazione e trombosi nei soggetti affetti. Di recente è stata pubblicata una revisione sistematica della letteratura che ha sintetizzato le evidenze disponibili su questo argomento. Dall’articolo si evince che il virus SARS-CoV-2 può danneggiare l’apparato gastrointestinale sia direttamente, sia indirettamente. Il danno diretto si osserva quando il virus infetta l’organismo umano proprio dal sistema digestivo. Il danno indiretto, invece, si manifesta quando il virus infetta prima i polmoni e si diffonde solo successivamente nello stomaco e nell’intestino, aumentando il livello di infiammazione e rendendo il quadro clinico più severo. Inoltre, gli autori dell’articolo hanno sottolineato il ruolo centrale della disbiosi, ovvero dell’alterazione del microbiota intestinale, sia in caso di danno gastrointestinale diretto sia indiretto. Per saperne di più su questo argomento clicca sul link che trovi qui sotto.