Quando il microbiota è sano si dorme meglio

Fonte: Nat Sci Sleep 2020;12:895-905

È stato dimostrato che il microbiota intestinale delle persone che soffrono di insonnia è estremamente diverso da quello delle persone con sonno regolare. Per questo motivo, la sua modulazione con l’utilizzo di probiotici potrebbe regalare sonni migliori alle persone che faticano ad addormentarsi.

L’insonnia è il più comune disturbo del sonno e colpisce fino al 50% della popolazione mondiale. È caratterizzata da difficoltà ad addormentarsi e a mantenere lo stato di sonno, con effetti negativi sulle attività giornaliere e sulla qualità di vita. Poiché è stato dimostrato in passato che esiste un nesso tra qualità del sonno e microbiota intestinale, un gruppo di ricercatori cinesi ha effettuato uno studio per ampliare le conoscenze su questo argomento. In questa ricerca si è confrontato il microbiota intestinale di soggetti con insonnia cronica o acuta con quello di individui sani. È emerso che il microbiota intestinale dei pazienti con insonnia è estremamente diverso da quello delle persone con sonno regolare. In particolare, esso è composto da un minor numero di microrganismi, presenta una minore ricchezza e varietà di specie, una minore percentuale di batteri anaerobi e di batteri capaci di produrre acidi grassi a catena corta, e una maggiore percentuale di microrganismi potenzialmente dannosi per la salute. Alcuni gruppi di microrganismi intestinali, infine, sembrano essere caratteristici dei pazienti con insonnia: tra questi ci sono i Lachnospira, i Bacteroides, i Faecalibacterium e i Blautia. La presenza di queste tipologie di batteri è risultata anche associata a livelli più elevati di IL-1 beta, una citochina pro-infiammatoria, ad indicare l’esistenza di una complessa relazione tra microbiota, infiammazione e insonnia. Secondo gli autori dello studio, l’analisi del microbiota intestinale potrebbe consentire di confermare la diagnosi di insonnia, mentre la modulazione del microbiota intestinale con probiotici potrebbe diventare un’utile strategia terapeutica per migliorare la qualità del sonno.