Probiotics into outer space

Fonte: Sakai et al. NATURE - Scientific Reports 2018; 8 - 10687

La soppressione della funzione immunitaria durante lunghi voli spaziali è un problema che deve essere superato.

Il ben noto ceppo probiotico Lactobacillus casei Shirota (LcS) potrebbe essere una contromisura promettente, ed è stato lanciato un progetto per studiare l’efficacia del suo impiego sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS).

Come primo passo, è stato sviluppato un prodotto probiotico specializzato per esperimenti spaziali, contenente LcS liofilizzato in forma di capsula (Probiotics Package) e ne è stata testata la stabilità per 1 mese di conservazione sulla ISS. La temperatura all’interno della ISS variava da 20,0 a 24,5 °C.

La dose assorbita del campione di volo era di 0,26 mGy/die e la dose equivalente era di 0,52 mSv/die. Il numero di LcS vivi era di 1,05 × 1011 unità formanti colonie/g di polvere (49,5% del valore iniziale) 6 mesi dopo l’inizio dello studio; questo valore era paragonabile a quelli dei due controlli a terra.

Profili di DNA polimorfico amplificato casualmente, frequenza di varianti di sequenza, fermentazione di carboidrati, reattività all’anticorpo specifico per LcS e capacità di induzione di citochine di LcS nel campione di volo non differivano da quelli dei controlli a terra.

È possible quindi mantenere la redditività e le proprietà probiotiche di base di LcS conservate come Probiotics Package sulla ISS.

Reflusso gastroesofageo: inibitori di pompa protonica modificano il microbiota orale

Fonte: Radrezza S. per Microbioma.it - 20 novembre 2017

Uno studio recentemente pubblicato in Journal of Gastroenterology and Hepatology ha riportato che gli inibitori di pompa protonica o PPI, farmaci ampiamente impiegati nel trattamento di patologie e disturbi legati al reflusso gastroesofageo e/o all’eccesso di produzione di acidi gastrici, sono responsabili di alterazioni del microbiota orale. E non solo.

Le linee guida dell’ADI per l’alimentazione dei pazienti con malattie neurologiche

Fonte: Rizzo Nervo E. per Il Giornale del Cibo

L’Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica (ADI) lancia un appello al Ministero della Salute: regolamentare il mercato delle diete divulgate attraverso i media. Alcuni metodi alimentari, a base di “miracolosi” integratori, sembrerebbero addirittura curare malattie degenerative come l’Alzheimer.