I probiotici riducono i costi sanitari e l’impatto sociale delle infezioni respiratorie simil-influenzali

Fonte: Lenoir-Wijnkoop et al. Frontiers in Pharmacology. doi.org/10.3389/fphar.2019.00980.

Secondo uno studio statunitense, l’assunzione abituale di probiotici potrebbe ridurre in modo sostanziale l’incidenza e la durata delle infezioni respiratorie, riducendo anche il numero di cicli di antibiotici, di visite mediche e di giorni di malattia, con un notevole risparmio per l’intera società.

Le infezioni respiratorie acute (RTI) di origine virale hanno un impatto notevole sulle risorse sanitarie e sulla società. Diversi studi randomizzati e controllati hanno mostrato che i probiotici possono avere effetti positivi sugli esiti clinici di queste comuni RTI. Secondo due metanalisi condotte dallo York Health Economic Consortium (YHEC) e da Cochrane, infatti, i probiotici sono efficaci nel ridurre l’incidenza e la durata delle RTI, il numero di cicli di antibiotici e i giorni di assenza dal lavoro.

L’obiettivo di questo studio è stato valutare il potenziale impatto economico dei probiotici sulle spese sanitarie per le RTI nel contesto clinico di assistenza primaria negli Stati Uniti. Lo studio ha utilizzato un modello di simulazione per riprodurre un campione rappresentativo della popolazione statunitense. L’incidenza di RTI utilizzata si è basata sulle percentuali di consulto ambulatoriale per malattie simil-influenzali riportate dal registro FluView dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC). I dati relativi alle vaccinazioni, ai fattori con impatto negativo sugli esiti delle RTI, sull’utilizzo delle risorse e sulla perdita di produttività sono stati ottenuti da database nazionali statunitensi. Sono state effettuate due analisi indipendenti, una per ciascuna delle metanalisi citate in precedenza. Nello studio è stato valutato il risparmio economico associato alla riduzione del numero di RTI, di visite ambulatoriali e di prescrizioni mediche e anche quello associato alla riduzione della perdita di produttività.

Dalle analisi effettuate è emerso che l’assunzione generalizzata di probiotici nella popolazione statunitense nel periodo 2017-2018 avrebbe consentito di risparmiare 4,6 milioni di dollari sulla base dello scenario delineato dallo YHEC e di 373 milioni di dollari sulla base dello scenario Cochrane, e di evitare, rispettivamente, 19 e 54,5 milioni di giorni di malattia dovuti a RTI. Inoltre, sulla base dello scenario YHEC e Cochrane, l’utilizzo di probiotici avrebbe permesso di evitare rispettivamente 1,39 e 2,16 milioni di cicli di antibiotici e 3,58 e 4,2 milioni di giorni di assenza dal lavoro.

Includendo anche la perdita di produttività per RTI, il risparmio totale per la società sarebbe stato di 783 milioni di dollari (scenario YHEC) e di 1,4 miliardi di dollari (scenario Cochrane).

L’analisi per sottogruppi ha dimostrato che il beneficio dei probiotici sarebbe più elevato nei gruppi a rischio elevato, suggerendo l’importanza di interventi mirati in queste sottopopolazioni.

L’analisi di sensibilità ha confermato la robustezza dei risultati ottenuti con questo modello.

Secondo gli autori dello studio questa analisi ha dimostrato l’impatto positivo dei probiotici in termini di riduzione dell’utilizzo di risorse sanitarie associato alle RTI simil-influenzali. Il miglioramento degli esiti di malattia, infatti, si è tradotto in un considerevole risparmio sia per la società sia per i sistemi sanitari.

Si può coprire il fabbisogno giornaliero di Omega-3 attraverso l’alimentazione?

Fonte: Ercolanelli V per ScienceForHealth.it

Non vi anticipiamo la risposta a questa domanda, ma vi invitiamo a leggere questo articolo pubblicato sul portale Science for Health. Scoprirete quali sono gli effetti benefici degli Omega-3 sulla salute umana, quali sono gli alimenti che ne contengono le quantità più elevate e qual è il fabbisogno giornaliero di questi acidi grassi essenziali.

L’assunzione quotidiana di latte fermentato contenente Lactobacillus casei Shirota modula le risposte immunitarie-infiammatorie sistemiche e delle vie aeree superiori nei maratoneti

Fonte: Vaisberg M et al. Nutrients 2019; 11: 1678.

Sforzi fisici intensi e prolungati come la maratona possono avere un impatto negativo sul sistema immunitario aumentando il rischio di infezioni delle vie aeree superiori. Un recente studio brasiliano ha dimostrato che il consumo quotidiano di latte fermentato contenente Lactobacillus casei Shirota può mitigare questi effetti negativi.

Sebbene i benefìci del Lactobacillus casei Shirota (LcS) sul sistema immunitario siano noti da tempo, gli effetti di questo probiotico sulle risposte immunitarie/infiammatorie dei maratoneti non erano ancora stati valutati. Un gruppo di ricercatori brasiliani ha pertanto deciso di condurre uno studio sugli effetti dell’ingestione quotidiana di latte fermentato contenente o meno LcS sulle risposte immunitarie/infiammatorie sistemiche e delle vie aeree superiori prima e dopo una maratona.

Nel corso dello studio, 42 maratoneti di sesso maschile hanno ingerito latte fermentato contenente 40 miliardi di LcS al giorno (gruppo LcS, n=20) o placebo (latte non fermentato, n=22) nei 30 giorni precedenti una maratona. Prima e dopo l’ingestione del latte fermentato, immediatamente dopo la maratona e 72 ore e 14 giorni dopo la gara sono stati valutati diversi parametri immunitari/infiammatori nella mucosa nasale e nel siero, e le concentrazioni di IgA secretorie (SIgA) e di peptidi antimicrobici nella saliva.

Dopo la maratona, negli atleti che avevano assunto placebo sono stati osservati livelli di citochine proinfiammatorie più elevati nel siero e nella mucosa nasale, e più bassi livelli di SIgA e di peptidi antimicrobici nella saliva rispetto a quelli degli atleti che avevano assunto LcS. Al contrario, nel gruppo LcS sono stati osservati livelli di parametri antinfiammatori più elevati e minore infiltrazione di neutrofili nella mucosa nasale rispetto al gruppo placebo.

Questo studio è stato il primo a dimostrare che LcS è in grado di modulare la risposta immunitaria sistemica e delle vie aeree dopo una maratona.

I probiotici nella pratica clinica: proprietà, caratteristiche e prove di efficacia del Lactobacillus casei Shirota

Fonte: Ubaldi E, Callegari ML. Rivista della SIMG 2019; 4 (26): 41-5.

In questo articolo recentemente pubblicato sulla Rivista Società Italiana di Medicina Generale un medico e una microbiologa, esperti dell’argomento, hanno passato in rassegna le numerose evidenze di efficacia disponibili sul Lactobacillus casei Shirota, il microrganismo probiotico scoperto in Giappone nel 1930 e oggi ampiamente utilizzato nella pratica clinica grazie alla sua capacità di resistere ai succhi gastrici e raggiungere e colonizzare l’intestino.

Il latte vaccino: ruolo nell’alimentazione umana ed effetti sulla salute

Fonte: Società Italiana di Nutrizione Umana, Nutrition Foundation of Italy

Per ovviare alle tante “fake news” in circolazione relative al consumo di latte, la Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) ha pubblicato un interessante opuscolo in formato PDF. Il suo obiettivo è diffondere conoscenze validate sul latte, sia per quanto riguarda le tecniche produttive e distributive, sia per quanto riguarda le qualità nutrizionali.

Il microbiota e il “cervello sociale”

Fonte: Sherwin E et al. Science 2019;366(6565):eaar2016.

In questa revisione della letteratura si analizza l’importante ruolo del microbiota intestinale nel facilitare lo sviluppo del sistema nervoso, nel programmare i comportamenti sociali e nell’agevolare la comunicazione in diverse specie animali, compreso l’uomo.

La socialità permette di adottare comportamenti mutualmente benefici come la divisione del lavoro e la cooperazione nella cura, e inoltre consente di ottenere una migliore immunità; tuttavia, la socialità può anche facilitare comportamenti negativi come aggressione e coercizione. Sempre più evidenze suggeriscono che, in molte specie animali, il microbiota che abita l’apparato gastrointestinale possa influenzare lo sviluppo del sistema nervoso e programmare i comportamenti sociali. Questa relazione tra ospite e microrganismi simbionti suggerisce che il microbiota possa avere influenzato l’evoluzione dei comportamenti sociali. Infatti, in alcuni tipi di animali il microbiota gastrointestinale è utilizzato come mezzo per facilitare la comunicazione tra individui appartenenti alla stessa specie. Comprendere meglio come il microbiota influenzi il cervello potrebbe aiutare a chiarire i meccanismi causali della socialità e a individuare nuove strategie terapeutiche per i disturbi della sfera sociale, come quelli dello spettro autistico.

Un video divulgativo per scoprire i segreti del microbiota umano

Fonte: Nature (Pariente N et al. 18 giugno 2019)

Creato dalla prestigiosa rivista Nature, questo video di animazione sintetizza le principali conoscenze riguardanti l’ecosistema di microrganismi che vivono in simbiosi con l’uomo e i suoi effetti sulla salute. Il video è l’introduzione a “Milestones in human microbiota research”, un ricchissimo percorso multimediale creato da Nature che ripercorre le principali tappe della ricerca sul microbiota umano, a partire dal 1944 fino ai nostri giorni.

Individuato l’anello di congiunzione tra microbiota intestinale e depressione

Fonte: Redazione di Microbioma.it

Alla base della relazione tra microbiota intestinale e depressione potrebbe esserci un meccanismo complesso nel quale sono coinvolti anche gli infiammasomi (componenti molto importanti del sistema immunitario innato) e gli astrociti (cellule del sistema nervoso centrale). A dimostrarlo è un interessante studio cinese condotto su un modello animale, che apre nuove prospettive per il trattamento del più comune disturbo dell’umore.