Lo stress dovuto alla pandemia ci fa mangiare in modo poco sano

Fonte: Khubchandani J, et al. Eur J Investig Health Psychol Educ 2020;10(4):950-6.

Lo stress causato dall’emergenza COVID-19 rende più difficile mantenere un’alimentazione equilibrata: lo ha confermato un recente studio statunitense.

La pandemia di COVID-19 è un evento fortemente stressante, che sta avendo un enorme impatto sulle vite delle persone in ogni angolo del Pianeta. Uno dei modi più comuni per trovare conforto è quello di consumare alimenti – come dolci, cibi fritti, ecc. -, collocati al vertice della piramide alimentare e che quindi secondo le linee guida di una sana alimentazione andrebbero consumati solo occasionalmente. È possibile che la pandemia abbia peggiorato le abitudini alimentari di molti di noi. A conferma di questa ipotesi arrivano i risultati di uno studio condotto nel 2020 negli Stati Uniti. L’indagine ha coinvolto 838 cittadini statunitensi, che hanno compilato un questionario web composto da 30 domande. Lo studio ha confermato che l’emergenza COVID-19 è associata a un aumento dei livelli di stress, specialmente nelle persone appartenenti a minoranze etniche, nei giovani, nei lavoratori part-time e nei single. Inoltre, circa un terzo dei partecipanti ha affermato che la pandemia ha peggiorato le proprie abitudini alimentari, spingendoli a mangiare troppo o troppo poco. Infine, il più grande peggioramento delle abitudini alimentari è stato osservato nei partecipanti con livelli di stress più elevati, un’ulteriore prova della stretta relazione esistente tra stress e alimentazione.

Esplorare l’Antartide con l’aiuto dei probiotici

Fonte: Srivastava AK, et al. Sci Rep. 2021 Sep 22;11(1):18793.

L’assunzione regolare di probiotici potrebbe proteggere gli esploratori dell’Antartide dai problemi di salute ai quali vanno in contro durante le lunghe permanenze tra i ghiacci polari.

Le spedizioni in Antartide sono più frequenti per approfondire le conoscenze su questo continente ancora in gran parte misterioso. Tuttavia, i viaggi di esplorazione del Polo Sud mettono a rischio la salute delle persone che li intraprendono. Questo perché implicano la permanenza per lunghi periodi in un ambiente estremo, caratterizzato da temperature molto basse, elevata intensità della radiazione ultravioletta, aria umida e ricca di sali. Inoltre, comportano stress fisici e psicologici, e una dieta ristretta, povera di alimenti vegetali freschi. Tutti questi fattori possono alterare il microbiota intestinale degli esploratori con conseguenze negative sulla loro salute che possono perdurare anche al ritorno alla vita quotidiana. L’assunzione di probiotici potrebbe, quindi, essere una strategia efficace per preservare la salute degli esploratori. Un recente studio condotto sui componenti dell’equipaggio di una spedizione navale indiana in Antartide ha confermato questa ipotesi. Infatti, il microbiota intestinale dei soggetti che hanno assunto regolarmente probiotici nei 24 giorni di spedizione si è mantenuto stabile. Al contrario, negli esploratori che avevano assunto placebo si sono osservati significativi cambiamenti nella composizione del microbiota, con alterazione del metabolismo di aminoacidi e carboidrati. Inoltre, i probiotici hanno ridotto in modo significativo il rischio di mal di mare, un disturbo comune durante la navigazione nei mari antartici, che ha un impatto rilevante sul benessere degli equipaggi di esploratori.

Le ulcere del cavo orale guariscono più rapidamente grazie ai lattobacilli

Fonte: Kusumaningsih, T. et al., Vet World 2021;14(5):1279-1283.

Il probiotico L. casei Shirota potrebbe essere un valido supporto nel favorire la guarigione delle fastidiose ulcere orali, grazie alla sua capacità di favorire l’azione dei fibroblasti e di stimolare la produzione di nuovi vasi sanguigni.

Le ulcere traumatiche orali sono comuni lesioni della mucosa della bocca dovute a piccoli traumi; possono essere molto dolorose e, se persistenti, possono dare origini a problematiche sanitarie molto serie. In genere le ulcere del cavo orale vengono trattate con antisettici, antibiotici o cortisonici, tutti farmaci associati a eventi avversi importanti. Per questo motivo si stanno valutando approcci terapeutici alternativi e l’impiego dei probiotici è tra le possibili soluzioni del problema. I lattobacilli, in particolare, potrebbero essere utili nell’indurre la guarigione delle ulcere del cavo orale grazie alla loro capacità di favorire la migrazione e la proliferazione dei fibroblasti all’interno dell’ulcera e di stimolare la produzione di nuovi vasi sanguigni nell’area interessata dalla lesione. I fibroblasti sono cellule molto importanti nel processo di guarigione delle ulcere: non solo contribuiscono a sintetizzare collagene per ricostruire la matrice extracellulare della mucosa, ma sono anche in grado di sintetizzare diverse sostanze (citochine, chemiochine e fattori di crescita) che rendono più rapida la guarigione. In un recente studio, la somministrazione di lattobacilli del ceppo L. casei Shirota, sia applicati sulla lesione, sia somministrati per via orale, ha aumentato in modo significativo il numero di fibroblasti impegnati nella guarigione dell’ulcera. Allo stesso modo sono aumentati i nuovi vasi sanguigni, segno inequivocabile di un effetto benefico sulla cicatrizzazione della ferita. Questi risultati confortanti dovranno essere confermati anche sull’uomo, ma potrebbero ampliare lo spettro di effetti benefici dei probiotici sulla salute umana.

Prevenire la candidosi vaginale con L. casei Shirota

Fonte: Paniágua AL, et al. BMC Complement Med Ther 2021;21(1):237.

L. casei Shirota potrebbe svolgere una funzione inibitoria verso le più comuni specie di lieviti all’origine della candidosi vulvovaginale, tanto da essere ritenuto un ulteriore supporto da affiancare ai tradizionali trattamenti farmacologici utilizzati contro questo comune disturbo all’apparato genitale femminile.

La candidosi vulvovaginale è una delle più comuni infezioni ginecologiche: colpisce circa il 78% delle donne in età fertile, riducendo il benessere e la qualità di vita di chi ne soffre e a seconda della severità. Provocate da diverse specie di lieviti del genere Candida, le candidosi sono in genere trattate con antimicotici. Tuttavia, il mondo della ricerca sta cercando soluzioni alternative a questi farmaci, il cui utilizzo è spesso associato a problemi di tossicità e di resistenza. I lattobacilli, alcuni dei quali noti come probiotici e assunti per favorire l’equilibrio della flora intestinale, sono la specie di microrganismi più abbondante nel microbiota vaginale sano. Essendo capaci di produrre sostanze (come l’acido lattico) con attività microbicida, i lattobacilli potrebbero proteggere le donne dalle candidosi. Per dimostrarlo, un gruppo di ricercatori brasiliani ha condotto un esperimento in vitro nel quale ha testato l’efficacia di L. casei Shirota (LcS) contro diverse specie di Candida. È emerso che LcS è in grado di inibire la crescita di tutte le specie di Candida sottoposte ad esame, con un’efficacia che va dal 67 al 96%. L’effetto protettivo di LcS si manifesta anche nei confronti della Candida auris, una specie multiresistente che può provocare infezioni gravi e contro la quale le opzioni terapeutiche sono molto limitate. L’assunzione regolare di LcS per via orale potrebbe rappresentare un’efficace strategia per mantenere sano il proprio microbiota vaginale e ridurre il rischio di insorgenza di candidosi. Sono necessari ulteriori studi clinici per rafforzare i dati emersi fino ad ora.