Un apporto energetico a colazione in linea con le raccomandazioni nutrizionali si associa a una miglior salute delle arterie

Fonte: Oikonomou E et al. per Nutrition Foudation of Italy – Maggio 2019

Consumare regolarmente la prima colazione è un’abitudine associata a una migliore salute delle nostre arterie. È quanto emerso dallo studio Corinthia che riconfermerebbe i benefici di non saltare il primo pasto della giornata.

Dieta senza glutine: ecco gli effetti sul microbiota intestinale se non si è celiaci

Fonte: Radrezza S. per Microbioma.it - 17 maggio 2019

La dieta “gluten free” sta diventando un’abitudine sempre più diffusa anche tra le persone non celiache.

Ma come si modifica la componente batterica intestinale, in termini sia di composizione sia di funzionalità, quando si elimina il glutine dalla nostra alimentazione?

Ce lo dicono i risultati dello studio coordinato da Lea B.S. Hansen, della Technical University of Denmark e pubblicato su Nature Communications.

Il ruolo dei probiotici e dei prebiotici nella prevenzione e nel trattamento dell’obesità

Fonte: Cerdò T et al. Nutrients. 2019 Mar; 11(3): 635.

L’obesità è una pandemia globale da trattare per la sua patogenesi multifattoriale: uno stile di vita non salutare, meccanismi neuronali e ormonali e fattori genetici ed epigenetici. Le prove scientifiche supportano l’ipotesi che l’obesità e le conseguenze metaboliche siano fortemente correlate ai cambiamenti sia nella funzionalità sia nella composizione del microbiota intestinale, che svolge un ruolo essenziale nella modulazione del metabolismo energetico. Le modificazioni della composizione del microbiota intestinale sono state associate a variazioni del peso e dell’indice di massa corporea. Le modificazioni dello stile di vita restano la terapia primaria per l’obesità e i disturbi metabolici correlati. Sono state proposte nuove strategie terapeutiche per trattare/prevenire l’obesità, basate sulla modulazione pre- e/o probiotica del microbiota intestinale al fine di simulare ciò che si riscontra nei soggetti sani non obesi. La review qui proposta, basata su studi nell’uomo e in modelli animali, mira a discutere i meccanismi attraverso i quali il microbiota intestinale può agire come regolatore chiave dell’obesità e delle relative complicanze metaboliche. Verranno presentati i risultati di studi su animali e uomo che suggeriscono potenziali effetti benefici di prebiotici e di diversi ceppi probiotici sui parametri fisici, biochimici e metabolici correlati all’obesità.

In conclusione, una conoscenza più approfondita dei meccanismi d’azione pre-/probiotici, in combinazione con studi di follow-up controllati, randomizzati e adeguatamente autorevoli, faciliterà l’applicazione clinica e lo sviluppo di strategie sanitarie personalizzate.

L’esercizio fisico ha coraggio: come l’attività fisica può modulare positivamente il microbiota intestinale nelle malattie croniche e autoimmuni

Fonte: Codella et al. Dig Liver Dis 2018; 50(4): 331-341.

I limitati risultati che provengono dalla ricerca su modelli animali e sull’uomo suggeriscono che l’esercizio fisico potrebbe avere un ruolo benefico per il benessere dell’intestino. Il benessere cardiorespiratorio si correla a parametri intestinali associati alla salute, come la diversità tassonomica e l’abbondanza. L’esercizio fisico può aumentare la diversità microbica intestinale attraverso diversi meccanismi tra cui la promozione di uno stato anti-infiammatorio. Le funzioni microbiche associate alla malattia sono state correlate a unità tassonomiche distinte in studi precedenti condotti sul diabete mellito di tipo 1 familiare (DT1). Nello studio qui presentato sul DT1 è stato proposto un approccio integrato multi-disciplinare, che ha incluso l’esercizio fisico. Viene analizzato come quest’ultimo possa modulare le caratteristiche del microbiota e del microbioma intestinale nelle malattie croniche e autoimmuni, data la relazione dimostrata tra funzionalità intestinale e stato di salute dell’uomo.

Probiotici: quanto sono efficaci nel contrastare l’obesità?

Fonte: Mazloom K et al. Nutrients 2019, 11, 258; doi:10.3390/nu11020258

L’obesità è stata associata a variazioni strutturali e funzionali del microbiota intestinale.

L’abbondanza e la diversità di alcuni batteri possono favorire un bilancio energetico positivo e le vie metaboliche che portano all’obesità.
Pertanto, il microbiota intestinale è diventato un potenziale bersaglio che può essere manipolato per raggiungere uno stato di salute ottimale. I probiotici hanno dimostrato di influenzare la composizione del microbiota intestinale, migliorare l’integrità dell’intestino e ripristinare i cambiamenti microbici tipici dell’obesità.

Sulla base di parametri fisici e biochimici, marcatori metabolici e infiammatori, e alterazioni della diversità del microbioma intestinale, gli studi su modelli animali hanno rivelato risultati positivi negli obesi mentre quelli nell’uomo sono scarsi e incoerenti.

Per questa ragione, lo scopo della review di Mazloom e Colleghi è stato quello di presentare evidenze da studi su animali e da studi clinici sull’uomo che dimostrano gli effetti di vari ceppi probiotici e la loro potenziale efficacia nel migliorare l’obesità e le disfunzioni metaboliche associate.
Inoltre, la pubblicazione discute le attuali lacune conoscitive su come i probiotici possano modulare la microflora intestinale per proteggere dall’obesità.

In ultima analisi, vengono proposti studi futuri e approcci metodologici che potrebbero fare luce sulle sfide che la comunità scientifica affronta nel decifrare l’interazione ospite-batteri nell’obesità.

Nel confronto tra 41 diete e modelli alimentari, l’approccio mediterraneo rafforza il suo primato

Fonte: Spataro G. AP&B Alimentazione, Prevenzione & Benessere n. 1 – 2019

La dieta più studiata dalla comunità scientifica è quella mediterranea. Simbolo dell’Italia e riconosciuta unanimemente come la più salutare. Ce ne parla in dettaglio Carlo Cannella, professore di scienza  dell’alimentazione all’Università «La Sapienza» di Roma e presidente dell’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione.

Nutrizione e salute: il ruolo del microbiota intestinale

Fonte: Valdes Am et al. BMJ. 2018 Jun 13;361:k2179.

Con il termine microbioma si fa riferimento al genoma complessivo dei microrganismi di un particolare ambiente, mentre il microbiota è la comunità dei microrganismi stessi. Approssimativamente 100 miliardi di microrganismi (molti di loro batteri, ma anche virus, funghi e protozoi) esistono e coesistono nel tratto gastrointestinale umano.

Oggi, il microbioma è considerato come un organo virtuale del corpo. Il genoma umano consiste di circa 23000 geni, mentre il microbioma codifica per oltre 3 milioni di geni producendo migliaia di metaboliti, che suppliscono a molte funzioni dell’ospite, influenzandone di conseguenza benessere, fenotipo e salute.

Curcuma: elisir di lunga vita in polvere?

Fonte: Faierman S. per Osservatoriosenior.it 2019

La letteratura scientifica mostra come la curcumina sia una sostanza alimentare potenzialmente molto interessante per la salute e il benessere in generale.

Ciò nonostante, sono necessari ulteriori studi finalizzati a indagare tutte le possibili interazioni con i principi attivi di eventuali terapie concomitanti e a individuare strategie che ne possano aumentare la biodisponibilità.

Con riferimento particolare agli integratori oggi in commercio ma anche molto chiacchierati va ricordato che questi sono diversi rispetto alla curcuma in polvere utilizzata in cucina, poiché la biodisponibilità della curcumina viene aumentata dalla sua associazione con la piperina o dal fatto che la molecola si trova sotto forma liposomiale.

Viaggi nello spazio: ecco come cambia il microbioma degli astronauti

Fonte: Radrezza S. per Microbioma.it - 4 Maggio 2019

Le conoscenze sull’adattamento dell’uomo allo spazio sono limitate a causa della breve durata della maggior parte delle missioni. Infatti più di 500 uomini hanno già raggiunto lo spazio, ma per periodi di tempo inferiori a 300 giorni.

Ma come influisce il prolungarsi della permanenza nello spazio sul nostro corpo? Il tema è stato approfondito in uno studio pubblicato su Science e condotto da Francine E. Garrett-Bakelman della Weill Cornell Medicine negli USA.
In particolare, attraverso il sequenziamento metagenomico di materiale fecale, è stato possibile monitorare i cambiamenti del microbioma gastrointestinale nel tempo e in relazione all’assenza di gravità di astronauta in orbita per 340 giorni, confrontandoli con quelli del suo gemello omozigote rimasto sulla Terra.